Uno scambio tra bartender e chef ha dato vita ad un momento unico nel suo genere.
Questa volta ad incontrarsi sono l’alta cucina e gli amari.
L’idea che l’amaro sia buono solo a fine pasto è stata spazzata via e adesso è lui il protagonista delle tavole.
L’evento Identità Cocktail è stato organizzato da Identità Golose Milano e Velier, all’interno del nuovo Hub Internazionale di Gastronomia di via Romagnosi 3, a pochi passi dal Teatro alla Scala di Milano.
Ad unirsi sono stati i sapori e le belle idee, come quelle di Angelo Canessa, Mixology Manager di Velier e lo chef Andrea Ribaldone punto di riferimento di tutta la gastronomia di Identità Golose e proprietario di Osteria Arborina premiata con la Stella Michelin a solo nove mesi dall’apertura.
Un connubio speciale quello tra barman e chef nato quasi per caso come spiega lo chef Ribaldone: “La sfida è stata lanciata dal nostro bartender Luigi Barberis e da Angelo Canessa. Noi abbiamo trovato l’iniziativa molto interessante e abbiamo pensato a dei pairing adeguati a sposarsi al meglio con le note amare delle proposte dei mixologist. I cocktail a cena sono sempre più apprezzati dai consumatori e alla fine sono sempre una buona idea- continua lo chef che definisce questa esperienza molto interessante- Sono un amante delle note amare, sia nella cucina che nei drink, non a caso il mio cocktail preferito è l’Americano.”
Milanese di nascita ma piemontese per famiglia e formazione, Andrea Ribaldone è cresciuto nelle cucine di Riccardo Aiachini, fondatore del Ristorante La Fermata di Alessandria, che considera suo maestro di vita e di lavoro. Lì ottiene nel 2003 la sua prima Stella Michelin.
Oggi Ribaldone è uno chef affermato, ma mantiene la sua stessa identità mostrandosi nella sua più limpida semplicità.
Quando parla della sua cucina non usa mezzi termini e se gli chiediamo “Come la definirebbe?” Lui risponde:
“Non credo che sia corretto il modo in cui la cucina moderna viene attualmente “incasellata”. Molecolare, futurista, tradizionale, sono solo degli aggettivi spesso ridondanti, ma allo stesso tempo riduttivi del lavoro che noi chef andiamo a svolgere. Spero solo che, al di là di ogni definizione, la mia cucina sia in primis BUONA“.
Ed è questa la definizione perfetta per questa cena terminata con un dolce buonissimo, un Milk Punch realizzato con Amara.
Amara è al centro dell’attenzione, cosi chiediamo allo chef che idea si è fatto di questo liquore fatto con le scorze di arancia: “È un brand che ho già incontrato e che mi ha piacevolmente stupito per le sue note agrumate, il dolce dell’arancia rossa siciliana che irrompe in un amaro gradevolissimo, per un finale dolce non dolce che appaga il palato”.